CATARRATTO: IERI, OGGI E DIDA

La selezione di bianchi di Baglio Diar annata 2019 e’ composta da 3 vini. Un blend di Inzolia /Chardonnay fresco, leggero e facile da bere anche senza cibo. Un grillo in purezza che e’ un semi-aromatico di buona mineralita’ e acidita’. Infine uno zibibbo secco dai profumi intensi e da un palato aromatico ma equilibrato.

Un trittico di tutto rispetto che appaga le principali richieste della clientela comune ma…mancava qualcosa!

Pertanto Baglio Diar ha pensato di aggiungere un’altra donna alla linea wine art  con un vino che avesse piu’ struttura , alcol e sentori tostati. Per soddisfare tali requisiti con un autoctono siciliano la scelta non poteva che andare sul Catarratto.

Il Catarratto e’ uno tra i vitigni piu’ antichi dell’Italia e nonostante le prime fonti che ne accertano la presenza risalgono solo a 3 secoli fa’, si pensa che fosse presente gia’ alle origini della viticoltura siciliana occidentale nel VII secolo per mezzo dei Fenici.

Questo antico vitigno si e’ sviluppato negli ultimi venti secoli adattandosi a differerenti microclimi. I tipi principali di Catarratto riconosciuti sono il Catarratto comune e il Catarratto lucido. La differenza sta nel grappolo e infatti il lucido e’ cilindrico, conico e ha acini piu’ piccoli mentre il catarratto comune e’ piramidale.

Il Catarratto ha raggiunto una notevole popolarita’ nel XX secolo poiche’ insieme all’Inzolia e successivamente al Grillo fa parte del famoso blend utilizzato per produrre il Marsala.

Il declino del Marsala negli anni 90’ ha comportato un calo di interesse nel Catarratto da cui ne e’ scaturita sfortunatamente la fama di uva da taglio e da alta densita’ di produzione.   

Nonostante la discesa del Marsala abbia provocato un progressivo abbandono della sua coltivazione, il Catarratto rimane l’uva a bacca bianca piu’ diffusa in Sicilia, coprendo il 33% dell’area vitata dell’isola, la seconda in Italia dopo il Trebbiano toscano e la sesta al mondo. Grazie alla sua vigoria e alta resa, il Catarratto viene prodotto in ogni angolo della Sicilia e questa coltivazione intensiva ha snaturato quello che e’ un vitigno capace di dare vini di grande beva.

Solo negli ultimi decenni, grazie ad una maggiore attenzione e valorizzazione delle uve autoctone vinificate in purezza, il Catarratto ha riconquistato un ruolo di primo piano tra i bianchi siciliani.               I vini bianchi prodotti con uve di Catarratto sono generalmente freschi, vellutati ma di buona struttura, frutta matura e tanta polpa gialla da mordere.

Nonostante la diffusa coltivazione, la terra di vocazione del Catarratto rimane nella zona del Trapanese dove il caldo secco e’ mitigato dalle brezze marine e forti venti. In particolare, salendo dal litorale, i primi rilievi montuosi che si incontrano offrono buone escursioni termiche che favoriscono risultati di alto livello.

Ed e’ proprio li’, precisamente a Salemi, a 350 metri dal livello del mare che nasce il Catarratto di Baglio Diar. Il catarratto di Baglio Diar viene raccolto nelle notti tra la terza e la quarta settimana di settembre, e’ vinificato in purezza e affina 3 mesi in barriques di legno americano prima di maturare 3 mesi in vasche d’acciaio.

Ne viene fuori un vino con 13,5 % di alcol, di buona struttura, accompagnata da una rinfrescante mineralita’ e da una vivace acidita’. Al palato si distinguono note di conserva di agrumi, anice e vaniglia insieme a sentori di tartufo. E’ un vino che accompagna bene arrosti di carni bianche, crostacei alla griglia o carpacci affumicati.

Come per le altre bottiglie della linea Wine Art anche al Catarratto e’ stato attribuito un volto di donna in etichetta con il relativo nome legato ad uno dei personaggi presenti nella letteratura siciliana del 900. Il personaggio in questione si chiama Dida ed e’ la moglie di Vitangelo Moscarda, protagonista nel romanzo di Pirandello “Uno, Nessuno e centomila”. Dida, personaggio apparentemente secondario, diventa determinante quando fa notare a suo marito di avere il naso pendente verso destra che si rivelo’ solo la prima di una serie di imperfezioni che il protagonista scopri’ subito dopo.

Il Catarratto, come gia’ detto, e’ stato pensato in un secondo momento rispetto agli altri bianchi di Baglio Diar, e’ entrato in punta di piedi ma sta gia facendo parlare di se grazie alla sua distinta personalita’. Dida di Baglio Diar e’ un ottimo esempio come il catarratto, se trattato nella maniera ideale, puo’ essere vinificato in purezza e dare risultati importanti.

Pertanto le vicissitudini legate al Marsala e alla nomina ingrata attribuita al Catarratto, in realta’, ne hanno solo oscurato le reali potenzialita’ ma non ne hanno di certo impedito l’evoluzione.

Il Catarratto oggi rappresenta una delle migliori eccellenze della Sicilia che sta finalmente consacrando tutto il suo valore in Italia e nel mondo, a conferma come questo antico vitigno sia stato per diverso tempo solo un grande incompreso che in realta’ si e’ rivelato un eterno invincibile.