Essere sostenibili nel comparto vitivinicolo

Da più di un mese si è concluso il Vinitaly 2024, che anche quest’anno si è confermato una delle fiere di riferimento per il settore del vino a livello globale.

Secondo i dati diffusi dagli organizzatori, il comparto vitivinicolo si conferma un settore in salute visto che ha un impatto sul nostro Paese di circa 45 miliardi di euro, cioè un punto percentuale dell’intero PIL.

Assistere ad un mercato in positivo però vuol dire anche osservare le nuove sfide che il settore deve affrontare. Tra queste spicca appunto la sostenibilità ambientale della produzione vitivinicola, che comprende l’intero processo che dal vigneto arriva fino ai nostri calici.

Secondo diverse ricerche di mercato, infatti, gli italiani sono sempre più alla ricerca di prodotti rispettosi dell’ambiente e dei territori.

A testimoniare questo interesse è anche il contestuale successo del comparto dei vini biologici. Secondo i dati dell’Osservatorio Wine Monitor di Nomisma, infatti, un consumatore su due compra vini bio, ritenendolo garanzia di qualità, sicurezza e sostenibilità ambientale.
Ma cosa vuol dire effettivamente essere sostenibili nel mondo del vino?

 

Possiamo rispondere dicendo che non basta limitare l’uso di pesticidi o seguire le buone pratiche in cantina. Oggi praticare una viticoltura sostenibile significa seguire processi rispettosi dell’ambiente, socialmente eque e volte a sostenere il tessuto produttivo ed economico dell’impresa.  Questo significa per una cantina avere una visione più ampia.

Non a caso, infatti, quando si parla di sostenibilità ambientale (riduzione consumi energetici, mantenimento del suolo sano, protezione qualità dell’aria e riduzione degli sprechi delle risorse idriche) è indiscutibile inglobare altri due concetti fondamentali: sostenibilità sociale (il miglioramento delle relazioni con i dipendenti e della loro qualità della vita, dei fornitori e dei clienti finali) e della sostenibilità economica (la capacità di autosostenersi economicamente per se stessi e per le comunità circostanti).

Mantenere gli standard ambientali, sociali ed economici permette di invertire il processo di impoverimento delle risorse e di creare un contesto capace di rinnovarsi ed autoalimentarsi attraverso politiche aziendali votate all’innovazione tecnologica, all’ottimizzazione dei costi e alla riduzione degli sprechi.

 

A che punto è Baglio Diar in termini di sostenibilità?

 

Visto quanto spiegato prima, si tratta di un percorso che ogni azienda deve intraprendere inevitabilmente, ma senza sottovalutare il grande impegno e la complessità che ne deriva.

Noi di Baglio Diar abbiamo iniziato questo cammino e a grandi passi ci stiamo dirigendo verso questa meta.

In merito alla questione di sostenibilità ambientale, nei nostri vigneti, così come in cantina, ci impegniamo a ridurre gli sprechi di risorse preziose come l’acqua. Grazie all’implementazione di sistemi di irrigazione a goccia, riduciamo gli sprechi dell’acqua fino al 50%, mentre in cantina ne ottimizziamo l’utilizzo nei processi di pulizia. Per quanto riguarda il packaging, abbiamo ridotto il peso di ogni bottiglia di vetro per minimizzare le emissioni di carbonio durante il trasporto e abbiamo adottato un modello plastic free in tutto il nostro ambiente lavorativo, dove cerchiamo quotidianamente di rivolgere ogni scelta verso materiali meno dannosi per l’ambiente.

Il filo conduttore delle nostre azioni non si limita alla scelta di buone pratiche interne, ma si estende sempre al confronto con partner commerciali che condividono la nostra stessa visione del futuro.

Proprio in termini di sostenibilità, siamo felici di aver conseguito la certificazione di organizzazione VIVAil programma promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che promuove la sostenibilità del comparto vitivinicolo Italiano.  Il Programma VIVA misura le prestazioni di sostenibilità di un’azienda vitivinicola attraverso il calcolo di quattro indicatori: l’indicatore ARIA esprime l’impatto di ciascun prodotto sul cambiamento climatico; l’indicatore ACQUA misura il consumo di questo bene sia durante le lavorazioni in vigna e in cantina; l’indicatore VIGNETO riguarda le pratiche di gestione agronomica del vigneto; l’indicatore TERRITORIO è relativo alla protezione paesaggistica del luogo in cui sono collocati i vigneti.

Per concludere questo piccolo viaggio nel mondo della sostenibilità del vino, possiamo dire che non basta oggi seguire una produzione biologica ma serve una ricerca delle migliori condizioni per limitare gli impatti che le nostre azioni hanno sull’ambiente. E proprio rivolgendo lo sguardo verso questa direzione, Baglio Diar si impegnerà quotidianamente per portare avanti questo obiettivo.